PROGETTO “VIDEO NARRAZIONI”.
-ISTITUTO CIMAROSA - di
Elisabetta
Picchi, Animatrice Cemea
La narrazione è
un’attività che caratterizza l’essere umano: ogni giorno raccontiamo e
ascoltiamo storie. Narrare ha un duplice significato: ci permette da una
parte di comprendere la realtà, dall’altra rappresenta una dimensione
attraverso la quale noi individui ci presentiamo a noi stessi e agli
altri.
La narrazione assume una
funzione ancora più significativa per l’anziano: permettere di rinforzare
il senso dell’identità in una fase critica della vita, è veicolo di
trasmissione culturale intergenerazionale.
Per questi significativi
aspetti la narrazione è spesso al centro di interventi educativi e di
animazione rivolti all’anziano. Il progetto “video narrazioni” vuole dare
un valore aggiunto alla sollecitazione delle narrazioni con l’uso di uno
strumento tecnologico: la videocamera.
Perché usare la videocamera.
Occorre motivare l’uso
della videocamera rispetto ai più naturali o tradizionali metodi
dell’ascolto e della scrittura, in quanto esso rappresenta un mezzo
invasivo e meno familiare all’anziano, in secondo luogo comporta, oltre
alla registrazione verbale, la ripresa delle immagini, con conseguente
implicazione della dimensione corporale della persona. Rivedersi in
un’immagine, sia statica che in movimento, sollecita una riflessione
sull’immagine di sé e l’impatto può avere esiti positivi o negativi a
seconda dell’accettazione che abbiamo di noi stessi: per contro, il giusto
utilizzo dello strumento video può aiutare l’anziano nell’accettazione e
nella valorizzazione della propria immagine.
Le riprese video
consentono una documentazione ricca di informazioni che all’ascolto della
narrazione uniscono tutto il bagaglio informativo trasmesso dalla mimica
del viso e del corpo.
Il progetto può
rappresentare un’occasione di socializzazione degli anziani ad un “nuovo”
strumento. Gli anziani sono grandi fruitori di televisione, ma spesso non
hanno gli strumenti adatti per capirne il linguaggio. Partecipare alla
creazione di un video, dall’ideazione di un soggetto, alle riprese,
passando attraverso la scelta delle immagini da montare e infine alla
visione del prodotto finale, può offrire all’anziano degli spunti per
comprendere un canale di comunicazione ormai imprescindibile per la nostra
società.
IL PROGETTO
Il progetto riguarda la
videoregistrazione di narrazioni da parte degli anziani. Le narrazioni
verranno sollecitate attraverso domande su dei temi che di volta in volta
verranno proposti. I temi guarderanno ai ricordi passati (i giochi
d’infanzia, il lavoro, il matrimonio ecc.), ma anche a fatti di attualità.
Nei giorni precedenti l’intervento le animatrici sonderanno con gli
anziani gli argomenti che potrebbero destare interesse.
In una fase preliminare
verranno individuati gli anziani interessati al tipo di attività,
considerando la disponibilità al racconto e l’interesse per l’attività.
Una volta individuato il gruppo si farà un incontro preliminare in cui si
familiarizzerà con lo strumento. Si effettuerà un’inversione dei ruoli
dove saranno gli anziani ad intervistare gli animatori e viceversa. Si
guarderanno le immagini riprese e si discuterà sull’impatto che provoca la
visione della propria immagine in video. Successivamente si stabilirà un
calendario di incontri (una o due volte al mese) dove effettuare
l’intervento. Le interviste verranno fatte in linea di massima
individualmente, ma alle riprese parteciperà l’intero gruppo in modo da
sollecitare il coinvolgimento di tutti in un dibattito.
Obiettivi del progetto:
o
Sollecitare la narrazione da parte degli anziani su temi sia del passato
che di attualità. Come sopradetto la narrazione è un processo che
favorisce la stima di sé, la valorizzazione della propria identità.
o
Essendo la narrazione condotta in gruppo, il progetto offrirà occasione di
confronto e di socializzazione tra gli ospiti.
o
Valorizzazione delle opinioni e del vissuto di ogni singolo ospite.
o
Valorizzazione dell’immagine di sé.
o
Socializzazione con lo strumento tecnologico della videocamera e
approfondimento del mezzo di comunicazione televisivo.
Metodologia:
Individuazione dei
partecipanti e creazione di un piccolo gruppo.
Individuazione del luogo
adatto per lo svolgimento dell’attività.
Storia della
televisione.
Risorse materiali:
Videocamera
Libri e riviste
specialistiche
Materiale cartaceo
Risorse umane:
Educatrici
Animatricee
Ospiti
Operatori Socio Sanitari
Istruttori
Responsabile di
struttura
La biblioteca
Per arricchire le proposte di animazione può essere utile
creare una biblioteca a disposizione degli ospiti della residenza.
Non è necessario acquistare dei volumi nuovi: amici,
parenti, volontari, personale della struttura potranno donare i libri.
Occorre poi predisporre uno spazio adatto, con scaffali che
siano accessibili anche ai disabili, in un luogo luminoso e tranquillo,
dove eventualmente si potrà predisporre un tavolo con delle sedie, divani
o poltrone per la lettura.
I libri vanno restaurati, spolverati e catalogati prima
della loro collocazione negli scaffali. Occorre pensare ad una
catalogazione facile e funzionale per mettere in ordine e trovare
facilmente i libri. Per catalogare: si numerano i volumi e si indica
l’autore, la casa editrice, l’anno di edizione, il genere (saggio, romanzo
giallo, rosa, nero, storia, geografia, poesia, ecc…), il numero di pagine.
Si può indicare la grandezza del carattere del testo, aspetto rilevante
per coloro che hanno problemi alla vista. Esistono anche software gratuiti
che agevolano la catalogazione informatica, ma può bastare la creazione di
un archivio Excel. Sulla costa del libro si attaccherà una piccola
etichetta con in evidenza il numero di catalogazione ed eventualmente una
lettera che ne indica il genere di appartenenza.
Il servizio di prestito deve essere regolamentato dalla
compilazione di una scheda, sotto l’assistenza dell’animatore o educatore,
oppure a compilazione libera (attenzione allora a verificare
periodicamente la consegna dei libri e l’ordine dei volumi negli
scaffali).
L’arricchimento dei volumi della nostra biblioteca
asseconderà i gusti dei lettori, in modo da poter fornire nuovi libri di
loro interesse.
Elisabetta Picchi
Animatrice CEMEA
Mi
ricordo - di Dodi
Voglio
tornare piccola.. ancora una volta tornare bambina…Voglio mio nonno e i
pomeriggi trascorsi a sbrogliare reti da pesca, voglio l’atmosfera dei
pomeriggi d’estate passati a giocare con le bambole e l’odore di soffritto
che si spargeva per casa alle 6 del pomeriggio, e poi si stava fino a
tardi davanti a casa con le altre donne a chiacchierare…Voglio Ennore e i
suoi adorati cani seduto dietro casa con la radio perennemente
accesa…Voglio Pippo che affila la falce a mano per sfalciare il
prato…Voglio Oder che torna con la lambretta di cui riconosciamo il rumore
da lontano e la Lilly che lo accoglie abbaiando…Voglio il mio vecchio
armadio nella legnaia che custodisce i miei vestiti di neonata da mettere
al mio bambolotto, voglio la pancetta arrostita sulla brace a mezzogiorno
in punto, e quelle enormi fette di pane “tociate”..Voglio l’odore del
brodo che mi avvolgeva ogni domenica mattina di vacanza, voglio la sedia a
sdraio di filo verde che si apriva la sera per guardare la TV…voglio
l’odore della legna che brucia nello scaldabagno il sabato sera d’inverno,
il bagno fatto nella catinella la, “nella capanna” ogni sera d’estate, e
mia nonna che pudica lo faceva con me tenendo le mutande in dosso…e mio
nonno che mi solleva in alto quando arrivo di corsa tra le sue
braccia…Voglio la Sheila, quell’enorme mostro abbaiante che mi faceva
tremare ogni volta che che giravo l’angolo rasente il muro per paura che
la catena non fosse abbastanza corta…Voglio lo zio Marino da tutti
considerato un po’ matto perché parlava poco, e i pomeriggi seduti sotto
il noce in mezzo al prato mentre lui parlava solo con me…e Romano, suo
figlio, che mi accompagna tenendomi per mano ad accarezzare la Sheila,
tenendola buona per me..e il glicine fiorito e profumatissimo sopra la sua
cuccia, e lo zio Degrado che arrivava in bicicletta, organizzatore
impeccabile di ogni situazione, dalla vendemmia alla macellazione del
maiale, e la gelosia malcelata di mio nonno perché “a cà mì a cmand mè!”,
voglio “Jusfì”, Giuseppe che scancherava dalla mattina alla sera, sempre
con la sigaretta in bocca, ma sempre con una caramella o un cioccolatino
in tasca, vinto al bar alla partita, per noi bambini…Voglio la bambola che
cantava con i dischi nella schiena della Lucia, e Dilina, piccola e
ripiegata su se stessa che mi faceva sempre una gran festa…E il rito della
preparazione dei sacchetti della befana dell’UDI, a casa della Luisa e
quella meravigliosa gondola luminosa sopra la televisione…E…invece molte
di queste saranno ormai spazzatura, e molte di queste persone non ci sono
più…resto io che non vorrei essere cresciuta, in questa serata di
malinconia.
LA
TESTIMONIANZA DI BRIGITTE, ANIMATRICE FRANCESE.
Mi chiamo Brigitte, sono francese e sono
animatrice per anziani a Embrun, nelle Alpi. Ho scoperto il vostro sito
un po’ per caso, e mi ha molto interessata. M'interessava vedere quel
che si fa in animazione in Italia e
anche arricchirmi di idee.
Sono animatrice per anziani da 7 anni, ho il diploma d'animatore (BEATEP)
e mi piacerebbe allargare la mia esperienza e lavorare forse in Italia in
case per anziani.
Voglio anche condividere una delle mie esperienze. L'anno scorso ho
organizzato "corsi" d'italiano per certi residenti (di origine italiana o
che erano interessati da questa lingua). Erano almeno 8 ad assistere
regolarmente un'ora alla settimana. Era un momento di piacere
durante il quale insegnavo alcune parole, alcune frasi o espressioni utile
nella vita quotidiana. Parlavamo degli usi e costumi in Italia e
terminavamo l'ora mangiando un panettone e bevendo un bicchiere d'Asti.
Questa esperienza si è svolta su un periodo di 6 mesi. Avevo previsto di
organizzare un viaggio a Torino per i residenti più autonomi. Abbiamo un
minibus 9 posti, e in maggio 2004, siamo andati (5 residenti e 4
accompagnatori : un infermiere, due benevoli ed io) per tre giorni a
visitare la città e i monumenti di Torino. Abbiamo visitato il museo
egizio, la Mole Antonelliana con il museo del cinema, la basilica di
Superga, il monte dei Cappuccini, il parco del Valentino e il borgo
medioevale... Un viaggio un po' stancante ma che ha lasciato nella memoria
tanti ricordi incancellabili. Per alcuni era il primo viaggio !
Un'esperienza molto interessante per tutti. Incontri tra residenti
francesi e italiani potrebbero forse essere organizzati. Non è facile
organizzare tali viaggi, ma quanto è ricco d'insegnamento, e permette
soprattutto agli
anziani di proiettarsi nel futuro! Ecco una piccola esperienza che
dovrebbe, a parere mio, dare idee ...
Spero di essermi espressa abbastanza chiaramente in italiano, dato che non
ho più l'occasione di praticare questa lingua, e mi scuso per gli errori.
Brigitte
Attività
all’Istituto Domenico Trincheri di Albenga.
Festa
di compleanno.
Giovedì 15 Maggio nel pomeriggio qui in istituto festeggiamo i compleanni
di tutti coloro che hanno compiuto gli anni nei mesi di aprile e di
maggio.
Sono molti, in quanto solitamente viene effettuata una festa al mese, ma
ad aprile per via delle festività pasquali non si è potuto adempiere ai
consueti festeggiamenti.
Abbiamo così riunito venti persone rappresentate su di una torta in modo
simbolico da venti candeline di colore azzurro e rosa: 14 le donne e 6 gli
uomini.
La torta su cui erano posate le candeline era finta, perché nel rispetto
di ognuno è parso giusto e più igienico evitare di soffiare su di una
torta vera.
Questo fatto però ha ingenerato un po’ di confusione, in quanto non
essendo gli ospiti informati sulla vera natura della torta si sono
ragionevolmente posti il quesito di dove fosse andata a finire taluna
magnificenza.
Mara ha affermato“c’era quella bella torta ma non ce la hanno fatta
mangiare, chissà dove è finita”, Giancarlo invece ha detto”quella bella
torta se la sono imboscata loro e a noi hanno dato quella meno buona”.
Naturalmente mi sono subito affrettato a spiegare la cosa, la prossima
volta lo dovrò dire chiaramente durante lo spegnimento delle candeline.
Ma ad ogni buon conto le fantomatiche candeline vengono spente fra gli
applausi generali e si intona un fatidico “tanti auguri” con l’ausilio
dell’animatore e delle sue dubbie capacità canore.
Successivamente il sottoscritto(l’animatore)si lancia in una sorta di
corrida alla Gerry Scotti invitando tutti i presenti ad incitare i
festeggiati con un grande “olè” che riecheggia nella sala e ad alzare le
braccia ad ogni nome letto ad alta voce.
E’ stato un momento coinvolgente,e nonostante la mia inesperienza mi è
comunque parso un momento costruttivo e di socializzazione, soprattutto
considerando il fatto che gli ospiti presenti sono stati in parte esclusi
dalla attuale società lavorocentrica basata su di uno status efficiente e
professionale.
Momenti come questi possono quindi servire al fine di riappropriarsi di
una valenza sociale ormai lontana, ma sempre molto significativa.
Mentre vengono accese le venti candeline da Stefano un valente obiettore
di coscienza che sta svolgendo il servizio civile,io porgo il microfono a
Margherita, una simpatica ed arzilla nonnina che pur presentando deficit
non indifferenti ha comunque conservato uno spirito giovane ed allegro: la
invito così a raccontare una delle sue temibili barzellette del suo ricco
repertorio, lei prontamente risponde al mio invito, ed è così che
all’ultima battuta si scatena l’ilarità generale nella sala(la barzelletta
qui è censurata).
Il momento successivo è quello della consegna dei regali: i fumetti di Tex
per Mario, che nel frattempo si era un po’ agitato per tutto quel
trambusto, generalmente si agita quando vede delle belle ragazze, ricordo
un giorno in cui seduti ad un bar vide due ragazze alzarsi, fu allora che
si alzò anch’esso e le salutò con un “ciao”sorridendo teneramente.
Per le signore si è pensato ad una piantina
da mettere sul comodino: Giovanna si è commossa ed ha pianto, Mariuccia
era molto felice, Armida sorrideva mostrando il regalo mentre le veniva
fatta una foto,Giuseppina era vestita a festa e mostrava il meglio di sé,
Maria era contenta di essere al centro dell’attenzione.
Rosa si rivolge a me apostrofando: ora dobbiamo mangiare quella torta su
cui abbiamo sputacchiato soffiandovi ?
Io le rispondo che la torta è finta, ma non mi capisce, batto allora le
dita sulla torta finta cosicché lei comprenda meglio: mi guarda allora
stupefatta e mi ribatte “ma è finta!”, mi sorride e si dà inizio alla
musica.
Anche Nino che di solito è piuttosto introverso dimostra buonumore e
reagisce positivamente all’olè dei compagni ringraziando e sorridendo.
Giuseppina invece mi dice che non è abituato a queste cose e non era il
caso di disturbarci.
Mentre qualcuno accenna qualche timido ballo subentra anche la Dott.ssa
Laura, la quale è stata finora in disparte perché è senza voce: si
appresta a ballare con Olimpia una signora in carrozzina.
Ecco che arrivano Anna e Tiziana, che sono rispettivamente un’infermiera e
un’addetta all’assistenza, le quali cominciano a far ballare alcune
signore anziane debitamente grate dell’attenzione dimostratagli.
La festa si avvia alla fine, gli utenti sono stanchi e nonostante abbiano
mangiato la torta, una deliziosa crostata fatta da Elio uno dei cuochi
dell’Istituto, e siano state servite bevande e stuzzichini vari permane
lo stesso un certo languorino, anche in considerazione del fatto che si
aspetta della farinata gentilmente offerta da Alessandro, un dipendente
che ha appena usufruito della mobilità e vuole quindi salutare gli ospiti
ed i colleghi con cui ha condiviso quasi vent’anni di lavoro.
Si ci appresta quindi ad apparecchiare per la cena, ma la farinata si fa
attendere: dopo le 18 mentre alcuni di noi cominciano a guardarsi attorno
preoccupati per il ritardo, ecco che all’improvviso vediamo arrivare
Alessandro con sua figlia Michelle ambedue trafelati con in mano la tanto
sospirata cena.
La farinata viene molto apprezzata e gustata con piacere, gli ospiti
paiono essere tutti soddisfatti anche se stanchi e la serata si avvia alla
conclusione e ci si appresta a prepararsi per la notte.
Buonanotte e alla prossima!
Animatore Geriatrico-Pedagogista A.N.P.E.(Associazione Nazionale
Pedagogisti Italiani)
dott. Gabriele Olivieri
Attività all’Istituto Domenico Trincheri
di Albenga.
Gita alla
Madonna della Guardia di Alassio(SV).
La partenza
è alle 08.30-09.00, arriva all’istituto Mirko l’autista del pulmino del
Comune, il mezzo è parcheggiato proprio davanti all’ingresso.
Cominciano a scendere gli ospiti che già pregustano la scampagnata.
Nei reparti vi è molta confusione, gli operatori hanno appena dispensato
la colazione e le infermiere sono ancora alle prese con le terapie
farmacologi che giornaliere.
La dott.sa Laura prepara le medicine per coloro che partecipano
all’escursione: siamo tutti molto agitati, anche perché qualcuno di coloro
che si è prenotato ha appena rinunciato ad uscire, chiediamo allora ad
altri, alcuni rispondono affermativamente, diventa però necessario
modificarne i preparativi in base alle nuove esigenze.
Dopo tante peripezie si parte, il pulmino traballa un po’ , Emma è un po’
timorosa perché è seduta sulla carrozzina affrancata con degli appositi
ganci, dei quali non ha molta fiducia.
Consegno a tutti i presenti un cappellino colorato per proteggersi dal
sole: ve ne sono di tutti i colori e di tutte le forme.
Si comincia a cantare, O’ sole mio, Piemontesina bella, Sul cappello,
Bella ciao, La domenica andando alla Messa, Volare e tanti altri successi
del passato: il tutto con ottimi risultati (viva la sincerità).
Arriviamo finalmente a destinazione, o almeno così credono coloro che non
sono mai stati al Santuario, ma vi è ancora un tratto di strada da
percorrere, però il pulmino non ci passa: gli anziani vengono portati
allora in auto e con l’ambulanza.
Ma le peripezie continuano:vi sono ancora delle scale, e con molta fatica
grazie anche all’aiuto di alcuni volontari compresi degli autisti di
autobus fra cui il nostro, si riesce ad arrivare finalmente alla chiesa,
nel frattempo vengono consegnati dei foulard di colore arancione che
simboleggiano la giornata del malato la quale per l’appunto si festeggia
in questa circostanza.
Comincia il concerto, ed è molto emozionante ascoltare e sentire
echeggiare la voce dei cantanti lirici (tenori,soprani,baritoni),
accompagnati da una ragazza che suona l’organo: si esibiscono con brani
famosi fra cui l’Ave Maria di Schubert cantata anche in genovese, si
conclude con un grande applauso generale e con molta esultanza.
Dopo il concerto viene celebrata la Santa Messa, finita la funzione ci si
appresta a consumare un frugale pranzo al sacco: lasagne come primo,
spezzatino per secondo accompagnato da patate stufate, segue il dolce e il
caffè.
La giornata si sta ormai avviando alla sua conclusione, e dopo l’ultima
fatica per la discesa ed il ritorno all’autobus si imbocca la via del
ritorno, sulla quale facciamo ancora una fermata intermedia a raccogliere
delle ciliegie in un campo di proprietà di Renato, uno dei nostri ospiti.
Dopo essermi arrampicato sull’albero ed aver raccolto qualche manciata di
frutti succosi, ne distribuisco un po’ ad ognuno, ed è così che torniamo
cantando all’istituto.
Pur essendo stanchi siamo tutti molto soddisfatti e felici della bella
giornata appena passata.
Animatore Geriatrico-Pedagogista A.N.P.E.(Associazione Nazionale
Pedagogisti Italiani)
dott. Gabriele Olivieri
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